giovedì 21 agosto 2008

Telefonini rincari fino al 60% - Come difendersi?

Se si cercava l’«effetto spiaggia» per addolcire la pillola, i calcoli dei manager della Vodafone si sono rivelati clamorosamente sbagliati: complici il caro vacanze e l’impennata dei prezzi, sono stati molti più del previsto gli utenti che hanno ricevuto il messaggino del «cambio tariffa» a casa o sul posto di lavoro. Ricevere una notizia spaparanzati in spiaggia è un conto, seduti in ufficio è tutt’altro discorso: e così il passaggio obbligato da una tariffa all’altra ha fatto sì che molti, dei cinque - sei milioni di utenti coinvolti, hanno sfogato il proprio sconcerto sul web, inondando i forum dei siti specializzati.

Se l’operazione portata avanti parallelamente dall’altro gigante del settore, la Tim, era avanzata nei mesi scorsi senza sollevare troppo rumore, la discesa in campo del colosso inglese ha invece scatenato un putiferio. Del resto l’azienda con sede a Londra ha optato per un’operazione di «ammodernamento» dei piani tariffari radicale, mandando quasi contemporaneamente a poco meno di sei milioni di utenti un sms il cui succo in fondo è questo: è ora di dire addio alle vecchie tariffe, tutte già da anni non più sottoscrivibili e spesso le più vantaggiose. Di questa «rivoluzione tariffaria», un’operazione senza precedenti nell’intera storia della telefonia mobile in Italia, la Vodafone dà una spiegazione relativamente semplice.

Anzi semplificante: «Per i clienti era molto difficile districarsi - ha commentato nei giorni scorsi al Corriere della Sera Paolo Bertoluzzo, presidente di Vodafone Italia - nella giungla delle vecchie tariffe: per questo abbiamo deciso di ridurre il numero dei piani da 31 a 7. Inoltre queste tariffe, a causa dell’obsolescenza della piattaforma, non permettevano di accedere a una serie di promozioni come Passport e Vodafone Casa».

Per venire dunque incontro al cliente dal prossimo primo ottobre 31 tariffe spariranno, accorpate in sette nuovi piani, semplificati ma con caratteristiche di fondo simili ai precedenti. Difficile non vedere una connessione fra quanto avverrà in Italia dal primo ottobre e quanto accadrà il mese prima in Inghilterra. Anche qui le tariffe dei clienti Vodafone aumenteranno, ma senza la parallela sforbiciata nel numero dei piani tariffari. Impossibile poi dare uno sguardo d’insieme alle variazioni dei costi nel passaggio da piano tariffario a un altro: Vodafone non ha diffuso i dati complessivi dei cambiamenti, lasciando a ciascun singolo utente il compito di calcolare, telefonando o sui siti web, i cambiamenti di prezzo.

Aspetto comune a tutte le nuove tariffe Vodafone l’incremento dello scatto alla risposta, che passerà da 10 o 15 centesimi a 16. Un rincaro del 60 per cento. A controbilanciare l’aumento dello scatto alla risposta la diminuzione del costo degli sms da 12-15 a 10 cent. Gli utenti si trovano ora a dover decidere cosa fare: silenzio assenso, e accettazione del nuovo piano tariffario; scelta di una differente tariffa o cambio di operatore telefonico. Più dettagliate le informazioni fornite dalla Tim, che a oltre tre milioni dei suoi clienti ha annunciato ritocchi tariffari dall’8 settembre per dieci dei vecchi abbonamenti, anche in questo non più sottoscrivibili - alcuni infatti sono fuori mercato già dal 1999.

Le tariffe saranno rialzate mediamente di 3 cent al minuto, Iva inclusa. Ma anche qui c’è il lato dolce: saranno scontate del 50 per cento le telefonate oltre i due minuti. Per quanto riguarda gli altri operatori, non cambia nulla invece in casa Wind e neanche per i clienti «3 Italia». Solo nei prossimi giorni sarà possibile dire se Wind e «3», le due compagnie di nicchia - da sole Tim e Vodafone rappresentano oltre l’80% del mercato italiano - sapranno intercettare gli eventuali transfughi dei due colossi: per il momento nessuna delle due società ha in programma alcun ritocco delle tariffe. Ben chiara fin d’ora invece la contrarietà a parte delle associazioni dei consumatori agli annunciati cambiamenti delle tariffe. Altroconsumo e Codacons, da sempre attive nel settore delle telecomunicazioni, sono già sul piede di guerra: entrambe hanno presentato esposti in Procura.

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Come difendersi dalle brutte sorprese dei telefonini? Che poi tanto sorprese non sono, visto che, almeno per quanto riguarda gli sms trappola, sono già arrivate valanghe di segnalazioni alle Authority della Concorrenza e delle Comunicazioni, che infatti hanno avviato, il 31 luglio, un’indagine congiunta proprio sui servizi di messaggeria e dati in mobilità.

Un atto dovuto, a fronte di una realtà ormai preoccupante: solo dal gennaio 2007 allo scorso luglio, l’Antitrust ha inflitto a società del settore 233.500 euro di multa per «pubblicità ingannevole», legata appunto agli sms, oltre ad avere ordinato, nel maggio scorso, il blocco dei messaggi che invitano a chiamare il numero 899 dal telefono fisso, in quanto non forniscono indicazioni sul costo della telefonata - in realtà rilevante, visto che si parte da 15 euro come scatto alla risposta - e sono inviati senza aver ottenuto il consenso dei destinatari. L’Authority ha messo inoltre a disposizione un numero verde per le segnalazioni: 800166661, reperibile anche sul sito www.agcm.it.

Continuando ad addentrarci nel labirinto dei servizi non richiesti, troviamo le «famigerate» suonerie dei cellulari. Scaricarne una non solo equivale nella quasi totalità dei casi ad attivare inconsapevolmente un costoso abbonamento, ma addirittura, in un caso su tre, si paga anche se è impossibile attivare il servizio, secondo un’inchiesta dell’associazione Altroconsumo, che ha infatti presentato 8 esposti all’Antitrust su questo argomento.

In molti casi, però, non ci si accorge della spesa se non quando arriva la bolletta. Il primo passo, in questo caso, è la presentazione di un reclamo al proprio gestore telefonico, con raccomandata a/r, chiedendo la disattivazione dei servizi non richiesti e il rimborso degli importi indebitamente pagati. In caso di risposta insoddisfacente, la legge prevede un tentativo obbligatorio di conciliazione, attraverso i Corecom (Comitati regionali per le comunicazioni): indirizzi e moduli si trovano sul sito dell’Autorità per le Comunicazioni, www.agcom.it. Se neanche la conciliazione dà risultati, si può rivolgersi direttamente all’Authority, che ha 90 giorni di tempo per concludere il procedimento.

Può essere utile anche rivolgersi alle associazioni di consumatori, che già si sono mobilitate anche sui cambi tariffari decisi - e annunciati, tanto per cambiare, via sms - prima da Tim, poi da Vodafone. Una coincidenza inquietante, secondo il Codacons, che oltre ad esortare i clienti delle due compagnie a cambiare gestore, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma per appurare se l’operazione «non sia in violazione della legge sulla concorrenza e non nasconda un accordo tra i due gestori». Anche Altroconsumo invita le Authority della Concorrenza e delle Comunicazioni a vigilare, ricordando inoltre agli utenti che il cambio di piano tariffario è sempre gratuito, mentre chi decide di cambiare operatore conservando il proprio numero ha diritto alla restituzione del credito residuo.

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