giovedì 6 settembre 2007

Addio a Pavarotti, la voce italiana

Il tenore Luciano Pavarotti è morto nella sua villa a sud di Modena. Era malato di tumore al pancreas. La notizia è stata confermata da Terri Robson, manager del tenore, alla Reuters. "Luciano Pavarotti è morto un'ora fa", ha comunicato Robson in un fax all'agenzia britannica. Secondo voci che già si erano rincorse a Modena da un paio di giorni le condizioni di Luciano Pavarotti, dimesso dal Policlinico di Modena il 25 agosto, si erano ulteriormente aggravate. Pavarotti, operato per tumore al pancreas l'anno scorso, aveva avuto un peggioramento mentre si trovava nella sua casa sulle colline di Pesaro e l'8 agosto era stato ricoverato con difficoltà respiratorie e febbre alta. Dopo la degenza, che si era prolungata più del previsto, era tornato a casa, ma a Modena, seguito dai medici del dipartimento di oncologia. I funerali di Pavarotti si svolgeranno sabato pomeriggio - per permettere alle personalità internazionali di prendervi parte - nel Duomo di Modena. Nello stesso Duomo, oggi pomeriggio, sarà allestita la camera ardente.

Due giorni fa il premio per l'Eccellenza in cultura Proprio due giorni fa il ministro della Cultura, Francesco Rutelli, aveva annunciato l'assegnazione al Maestro Luciano Pavarotti del Premio per l'Eccellenza nella cultura e aveva ricordato la grande battaglia che Big Luciano stava combattendo contro la malattia "con la stessa determinazione con cui si è affermato nel mondo in una carriera formidabile". Il ministro dei Beni culturali aveva ricordato la vicinanza di istituzioni e popolo italiano a Pavarotti nella sua battaglia e hanno manifestato in questi mesi e anni la loro stima e ammirazione per il tenore: "Rispetto a tutto ciò non abbiamo voluto mancasse un riconoscimento formale". Nell'apprendere la notizia del prestigioso riconoscimento, il Maestro aveva espresso la sua commozione e "affettuosa riconoscenza": "Il premio mi riempie di gioia e di orgoglio, viene ad abbracciare la mia lunga carriera, in cui ho avuto il privilegio di portare la cultura italiana nel mondo".

Il tenore più famoso degli ultimi 30 anni Luciano Pavarotti, 71 anni (nato a Modena il 12 ottobre 1935), è stato il tenore più famoso degli ultimi trent'anni. Figlio di un fornaio dell'esercito, appassionato di canto, Luciano, studia con il tenore Arrigo Pola e il Maestro Ettore Campogalliani. Debutta il 29 aprile 1961, nel ruolo di Rodolfo in La Boheme, all'Opera di Reggio Emilia. Negli Stati Uniti trionfa nel febbraio 1965, a Miami, con Joan Sutherland, nella Lucia di Lammermoor. Ma l'exploit arriva il 17 febbraio 1972, al Metropolitan di New York, dove nella Fille du Régiment di Donizetti manda in visibilio il pubblico con nove Do di petto perfetti. suo il record di 17 chiamate ed ovazioni al sipario. Da allora il suo nome è noto al grande pubblico grazie anche alla tv.

I successi recenti Negli anni '90, Pavarotti cura molto i concerti all'aperto, che si rivelano grandi successi. Ad Hyde Park a Londra attira oltre 150.000 persone. Nel giugno 1993, in più di 500.000 si accalcano in Central Park (New York), mentre in milioni lo seguivano in tv. A settembre dello stesso anno, all'ombra della Torre Eiffel, canta per circa 300.000 persone. Tra i più famosi, i concerti dei Tre Tenori con Plácido Domingo e José Carreras. Ma è intensa anche l'attività di organizzatore del 'Pavarotti and friends', col quale riunisce nella sua città natale, a scopo di beneficenza, le star del pop internazionale.

Il testamento: "Ricordatemi come un cantante lirico" "Spero di essere ricordato come cantante d’opera, ovvero come rappresentante di una forma d’arte che ha trovato la sua massima espressione nel mio Paese, e spero inoltre che l’amore per l’opera rimanga sempre di importanza centrale nella mia vita". Così Luciano Pavarotti in una sorta di testamento artistico pubblicata parecchi mesi fa sul suo sito internet, all’epoca del Farewell tour poi interrotto per i problemi di salute, e tuttora presente sul web. "Fortunatamente la vita ci presenta momenti assai diversi - scriveva il Maestro - E come tanti miei predecessori, compreso il grande Caruso, amo la diversità musicale dei brani scritti per voce di tenore. La letteratura per tenore è la più variegata di tutte. In qualsiasi lingua, e in confronto ad altri generi, contiene la gamma di emozioni più ampia".

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